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Roma 16 settembre - “Occorre predisporre un nuovo piano industriale che individui obiettivi programmatici e settori di intervento, a partire dall’occupazione e dalla definizione di modelli organizzativi”. E’ quanto chiede la Filt Cgil nazionale per il rilancio di Anas, in occasione della riunione nazionale dei delegati, evidenziando che “per assicurare servizi ritenuti indispensabili e garantire adeguate condizioni di sicurezza all’utenza stradale è necessaria, in un tempo ragionevole, l’assunzione di non meno di 1.500 nuovi addetti, considerando che attualmente un solo addetto per ogni 10 km è impiegato a compiti operativi sulle strade”.
“Positiva è la valutazione - riferisce la Federazione dei Trasporti della Cgil - della proposta destinata all’approvazione nella prossima Legge di Stabilità, di assicurare ad Anas una propria autonomia finanziaria, attraverso la destinazione di una parte delle tariffe, già oggi applicate sulle accise dei carburanti che garantirebbe quella certezza di risorse, necessaria per recuperare il ruolo della Società, quale grande gestore pubblico della rete stradale di interesse nazionale e la garanzia di una mobilità gratuita per gli utenti”.
Secondo quanto propone la Filt in merito alle risorse inoltre “si può prevedere l’estensione anche all’Anas della possibilità di acquisire i proventi delle multe effettuate sulla rete stradale ed autostradale di competenza, utilizzandoli per investimenti da destinare alla manutenzione ordinaria e alle politiche di assunzione”.
“Serve - sottolinea inoltre la Federazione di categoria dei trasporti della Cgil - avviare un tavolo di confronto strutturato, anche con il Ministero competente, con l’obiettivo di programmare i processi di internalizzazione di attività, un obiettivo che si dovrà configurare con il rinnovo, dopo il pluriennale blocco, del ccnl 2016-1019 che diventa elemento essenziale”.
Per la Filt infine “in merito all’organizzazione, progettata per garantire direttamente la gestione della viabilità nei territori, anche con caratteristiche di protezione civile, è necessario avviare da subito politiche ed interventi attivi e mirati, in grado di invertire la tendenza decennale di ininterrotto accentramento, con il conseguente impoverimento di competenze e funzioni sul territorio, e con il rischio di perdere alte professionalità specifiche e non sostituibili, insieme ad intere filiere di lavorazioni, con la piena valorizzazione del fattore umano e del lavoro”.