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Le richieste eccessive di produttività possono portare a infortuni e malattie professionali. Le aziende non devono farle e i lavoratori dovrebbero rifiutarsi di adempierle. Occorre che la salute e la sicurezza sul lavoro siano il primo punto determinante dell’organizzazione del lavoro in tutti i contesti, considerato a priori nella sua progettazione.

Ritmi troppo intensi conducono a malattie professionali legate sia alla sfera fisica che a quella psico-sociale e determinano una maggiore distrazione sul lavoro, quando non la vera e propria elusione delle necessarie procedure di sicurezza, che possono portare a infortuni anche mortali e, per i settori più esposti al rapporto con l’utenza come quello dei trasporti, a potenziali danni anche per altre persone.
Nell’organizzazione del lavoro, il tempo necessario a svolgere ogni mansione, di qualsiasi natura, deve essere stimato realisticamente e, in coerenza con i principi di salute e sicurezza, considerando le pause necessarie e tutte le possibili esigenze legate agli imprevisti e al fattore umano, come l’accumulo di stanchezza che può generare la necessità di pause più lunghe o più frequenti o la possibilità di autodeterminazione delle modalità di svolgimento di alcune task. Perché la persona umana che lavora non è una merce e i suoi ritmi umani devono essere rispettati e tutelati dentro il lavoro e con riferimento alla propria, piena, disponibilità dei tempi di vita.
E questo resta vero anche in presenza di un algoritmo per l’organizzazione del lavoro - che non è un’entità divina, ma un prodotto degli obiettivi e dei principi aziendali - e in caso di lavori più difficili da misurare (come quelli intellettuali o in smart working).
È quindi necessario considerare questi aspetti nella fase di progettazione dell’organizzazione del lavoro (sicurezza by design), ponendo attenzione al tema degli orari e dei turni, ma anche alla quantità di lavoro necessaria per sopportare il carico di lavoro esistente - e coinvolgere su questo il sindacato e i lavoratori. Occorre perciò ribaltare la logica della contrattazione per cambiare il modello di sviluppo: partire dalla salute e sicurezza per promuovere un lavoro più umano. Insomma, la sicurezza non si baratta, ma si può contrattare per migliorare la sicurezza!

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Come si applica la tematica nei settori dei trasporti?

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Cosa puoi fare?

Se pensi che ritmi e carichi di lavoro a cui sei sottoposto siano troppo elevati, o che il modo in cui il tuo lavoro e quello dei tuoi colleghi è organizzato non garantisca la vostra sicurezza e il vostro benessere psico-fisico:

  1. Non ti piegare a richieste eccessive di produttività! Non fare le cose in fretta sacrificando le buone norme e abitudini per la tua sicurezza!
  2. Parla con il tuo RLS o delegato sindacale e fagli proposte per migliorare l’organizzazione o i contenuti del tuo lavoro affinché siano più sicuri!
  3. Pretendi che l’organizzazione del lavoro sia strutturata avendo come primo obiettivo e principio la tua sicurezza e quella dei tuoi colleghi!
  4. Se sei un conducente di un veicolo o ti trovi a fianco di altri lavoratori, pensa anche che potresti mettere a repentaglio la sicurezza di altre persone!
  5. Se il tuo RLS non ha accesso sostanziale al DVR (documento di valutazione dei rischi), dove questi aspetti dovrebbero essere valutati, o le sue proposte non vengono ascoltate dall’azienda, aiutalo ad avere più voce organizzandoti insieme agli altri lavoratori