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Roma 7 dicembre - “Un emendamento che mina pesantemente l’attuale sistema regolatorio nei porti”. A dichiararlo il segretario nazionale della Filt Cgil Natale Colombo sull’emendamento della Lega al Decreto Aiuti Quater intitolato “Disposizioni in materia portuale”, spiegando che “prevede, sostanzialmente, di concedere le risorse del comma 15 bis dell’articolo 17 della legge 84/94 a tutte le imprese portuali a cui è affidato un segmento del ciclo portuale”.
“Non abbiamo nulla contro le imprese portuali in difficoltà - evidenzia Colombo - ma le risorse in questione, relativamente alle misure di incentivazione all’esodo, sono esclusivamente dedicate ai lavoratori del pool di manodopera temporanea di cui all’art.17 della 84/94 su approvazione dell’Autorità di Sistema Portuale. Tra l’altro il decreto Milleproroghe nel 2021 ha già stabilito lo stanziamento da parte delle AdSP del 1% delle tasse provenienti dalla movimentazione delle merci da dedicare ad uno specifico Fondo per i lavoratori delle imprese portuali, dipendenti AdSP e terminal passeggieri al fine di fornire anche a questi lavoratori uno strumento idoneo a favorire l’esodo anticipato che si aggiunge a quanto individuato dal contratto nazionale dei porti per quelli delle imprese di interesse generale. Infatti, è in via di definizione l’iter relativo alla promulgazione del suddetto Fondo di accompagnamento all’esodo sulla scorta delle indicazioni scaturite dai vari incontri tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, associazioni datoriali e sindacati di categoria”.
“Contrasteremo in ogni sede - afferma infine Colombo - la creazione di quello che potrebbe essere un aiuto di Stato a tutti gli effetti e che genererebbe un grave precedente in grado di mettere in discussione l’intero impianto normativo. Chiediamo, pertanto, il ritiro dell’emendamento in questione e di favorire, invece, l’emanazione del decreto istitutivo del fondo di accompagno all’esodo per tutti i lavoratori piuttosto che guardare solo ad una parte specifica, cosi come è necessario impegnarsi per l’emanazione del decreto attuativo sull’autoproduzione di cui non si ha notizia da due anni”.