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“Con stupore rileviamo la nota odierna dell’Antitrust relativa all’autoproduzione delle operazioni portuali”. Lo afferma la Filt Cgil spiegando che “l’indicazione è assolutamente inappropriata e ben lontana dalla realtà dei fatti considerando che quanto disposto dall’articolo 199 bis (Disposizioni in materia di lavoro portuale e di trasporti marittimi) del Dl Rilancio non ha previsto alcuna limitazione al diritto all’autoproduzione”.

“La nuova norma, ancora in attesa dello specifico decreto attuativo, - prosegue la Filt - si è limitata a definire meglio le possibilità di poter far ricorso all’autoproduzione altro che vietarla o limitarla. Nascondere la libera facoltà dell’autoproduzione delle operazioni portuali dietro il mancato sviluppo della nostra portualita’ e della conseguente competitività riteniamo che sia inaccettabile. Il nodo vero è la forte spinta dello shipping nel difendere il proprio potere di mercato e favorire una liberalizzazione selvaggia dei servizi tecnico nautici e della stessa autoproduzione affinché il proprio business non possa essere scalfito dai costi per affidare le operazioni portuali, a determinate condizioni, ai soggetti individuati dalla legge”.

Secondo la Filt Cgil: “è arrivato il momento che il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili scenda in campo e si adoperi per il rispetto della legge emanando urgentemente il decreto attuativo della specifica norma affinché si eviti di rimettere in discussione un impianto regolatorio corretto ed innovativo a salvaguardia delle regole e della sicurezza e contro il dumping contrattuale”.

“Analoghe e forti perplessità – sostiene infine la Filt Cgil - le esprimiamo sulla proposta di rivisitazione del comma 7 dell’articolo 18 della legge 84/94 sulla portualità ('divieto di detenere il controllo di due terminal nello stesso porto'), prevedendo una articolazione che punta a favorire i regimi di monopoli, lasciando il divieto di cumulo di concessione per la medesima attività solo ai porti di ridotte dimensioni. Anche questa una segnalazione che risponde ad evidenti logiche di potere e che rappresenta un arretramento da respingere e da contrastare in tutte le sedi. Tutt’altro che interventi mirati a favorire la concorrenza ed a non limitare i progetti di crescita degli operatori”.